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Il giro del mondo in 80 club

il-giro-del-mondo-in-80-clubUn club era la seconda casa di un gentiluomo britannico. Soho House offre ai soci case in tutto il mondo, ma non è necessario essere un galantuomo. È più importante la discrezione.

Phileas Fogg, nel racconto di Jules Verne, scommise con i suoi compagni del Reform Club di Londra di compiere il giro del mondo in 80 giorni. Se la scommessa venisse ripetuta oggi in uno qualsiasi dei club Soho House, dovrebbe includere la registrazione di un film o di un documentario sul viaggio, la scrittura di un copione, o la trasformazione in un videogioco.
I soci del Soho House non sono aristocratici con soldi e tenute nella campagna inglese. Sono artisti, cineasti, giornalisti, creativi pubblicitari e imprenditori tecnologici. Pagano una quota annuale (tra i 1200 e i 2000 dollari) per riunirsi, lavorare, creare contatti, andare in una spa o a ginnastica e, soprattutto, farsi vedere nel ristorante o nella piscina della terrazza.

Soho House Chicago ha aperto in una vecchia fabbrica di cinte, al Fulton Market District.

VUOI DIVENTARE SOCIO?

Se vuoi unirti ai quasi 60000 soci di Soho House provenienti da tutto il mondo, o almeno ai 30000 che aspettano in lista, devi solo riempire una domanda spiegando cosa fai e ottenere il consenso di due soci. Una commissione valuterà la tua candidatura.
Come tutti i club, il Soho House ha le sue regole. Le più importanti: proibito indossare vestiti eleganti e usare cellulari, sia per chiamare che per scattare fotografie. Per essere soci non è necessario essere famosi o avere molti soldi. Infatti, Kim Kardashian non è stata ammessa, nonostante abbia provato più volte a fare parte del club, e 500 pezzi grossi di Wall Street sono stati espulsi dalla Soho House di New York circa un paio di anni fa, dato che la direzione voleva recuperare il profilo creativo.

“Nella Soho House bisogna sentirsi come a casa, non come in una giunta di azionisti”, sostiene Nick Jones, il fondatore. Britannico, di 53 anni, ha aperto il primo Soho House al civico 40 di Greek Street, a Londra. Era l’anno 1995. Il suo obiettivo: aggiornare il concetto del tradizionale club di gentiluomini e creare una casa fuori casa, per ogni tipo di persona creativa. Un club dove trascorrere le giornate e, nel caso, anche le notti, dato che alcuni mettono a disposizione hotel aperti al pubblico, come fanno anche i ristoranti Cecconi’s e Dirty Burger e le spa Cowshed.

I ristoranti di Soho House garantiscono di essere stati i primi a servire toast di avocado per colazione.
Da allora ha deciso di rendere la vita più facile a Phileas Fogg, in modo da fargli trovare una sistemazione durante il suo giro del mondo, e ha aperto Soho House a Barcellona, Istanbul, New York, Chicago, Miami, Toronto, Berlino e Los Angeles. Non potevano mancare Soho Hoses di campagna per i fine settimana: Soho Farmhouse, a Oxfordshire, e Babington House, una tenuta georgiana a Somerset. I prossimi progetti, oltre ad Amsterdam, prevedono l’arrivo dei club anche in Asia, per la precisione a Tokio, dove Tadao Ando ha già progettato un edificio, Bombay e Hong Kong.

Jones è molto orgoglioso del fatto che lo stile Soho House, questo progetto emozionale che crea vincoli emotivi con i luoghi, sia diventato sinonimo di un benessere al quale aspirano tutti gli arredatori di interni. Negli hotel la cosa importante sono le stanze. Devono essere grandi e comode.

Oltre a una tradizionale casa di campagna, Soho Farmhouse dispone di stalle, pontili, piscine e un granaio come zona di ristorazione e 40 capanne di legno.

Forse è per questo, o perché è possibile cenare senza doversi preoccupare che qualcuno nel tavolo accanto ti stia fotografando con il cellulare, che le star di Hollywood lo scelgono per festeggiare i compleanni. Chi alloggia negli hotel può accedere anche alle zone riservate ai soli soci. Sempre rispettando le regole del club: mai inserire su Instagram cosa vedi o chi vedi nel club.

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